Seduta su un masso
in mezzo ad un prato
sentivo un soffio di vento sprecato
investirmi, ed andare via
con le foglie chiamate
dalla sua scia.
Ma non era solo
un compagno di viaggio
lo sfondo di un quadro
la vibrazione di un paesaggio…
era lì, ed era energia
il segno di una vita
che andava oltre la mia.
Una vita calda e vibrante
di luce solare rassicurante
una vita fresca e giocosa
che danza con nastri di venti
mentre intanto negli oceani
si rincorrono le sue correnti
e ancora nel mezzo delle vallate
si tuffano gocce di luccicanti cascate
una vita che cuoce, nel suo grande cuore
un profondo, insospettato calore.
Ma io, essere umano
incosciente ed ingrato
questo dono d’energia l’ho sempre ignorato
io, piccola vita
egocentrica e presuntuosa
di conoscere tutto
e disporre di ogni cosa
ho deciso con superficialità
di violare le profondità
e strappare ciò ch’era in pace e sepolto
come un fiore due volte colto
carbone, petrolio, ed ora metano
resti di un paesaggio lontano
tutto bruciato, in un istante
in un’esplosione di benessere
per nulla lungimirante
benessere infranto come un vaso di vetro
i cocci del presente rendono il futuro tetro
… ed ora che il sogno appartiene al passato
ciò ch’è rimasto è un equilibrio deviato
tombe vuote
cadaveri sparsi
pericoli ignoti da cui riguardarsi…
Cosa posso dire? Cosa posso fare?
Un colpevole non si può lamentare
può solo fermarsi, chiedere perdono
ritrovare l’umiltà
–farsela prestare, se non ce l’ha!–
accartocciare le grandi pretese
–che ormai in parte pagherà a sue spese–
utilizzare con rispetto e misura
i doni più spontanei della natura
ed alla fine di un cammino più attento
ascoltare il consiglio del soffio di vento…
Questo soffio di vento mi muove
i capelli e l’anima…
Questo soffio di vento mi sussurra che c’è
un po’ della Grande Vita che respira anche in me
in parte anima, in parte materia
voglio essere umile, voglio essere seria
energia mi è stata data, energia voglio ridare
la materia di cui son fatta non voglio sprecare
ora la uso, ma non è mia
appartiene alla Grande Vita
e ad ella chiedo che così sia:
Nulla di te m’appartiene, appartengo io a te
a te che mi muovi e che mi riscaldi
a te che miliardi di anni vivrai
chiedo un giorno di riaccogliermi tra le tue braccia
nell’aria, nell’acqua, nella terra, come vorrai
e così come mi hai mosso in questa vita
anche quel giorno tu mi muoverai.
This is the original 2012 Italian version of You will move me that day too, with some edits made in 2019. I generally do not share Italian versions on this blog, but since this poem is very important to me also in its Italian version, I decided to make an exception.
One thought on “Anche quel giorno tu mi muoverai”